Biografia
Carmelo Vranich è nato a Cittanova d'Istria. Nel 1947, ancora bambino, si trasferisce con la famiglia a Trieste.
Negli anni sessanta, dopo alcuni viaggi in Italia e all'estero, capita a Firenze dove ha i primi contatti con l'arte. Da "outsider" cerca di approfondire le proprie curiosità spirituali in diverse direzioni, ma ben presto l'arte visiva suscita il suo maggior interesse. Da allora, incoraggiato affettuosamente da alcuni artisti e critici, inizia l'attività espositiva: è datata 1972 la sua prima mostra personale.
Al suo attivo figurano anche attività d'illustratore e la direzione di corsi di disegno, pittura e scenografia. Ha partecipato e tenuto numerosi seminari in Italia, Francia, Germania e Austria.
Artista di un surrealismo "concettuale" contemporaneo, la sua opera negli ultimi anni si è ampliata in direzione multimediale.
Recensioni
La pittura di Carmelo Vranich può, sia pure molto parzialmente e soltanto per alcuni elementi, essere considerata come post-simbolista. C'è però in essa qualcosa o addirittura molto di più e di diverso. Soprattutto un acuto senso di trepidazione per un'idea di sovrastante aleatorietà che si individua anche nello stesso tessuto cromatico di ogni opera. C'é inoltre in Vranich una quasi profetica osservazione del futuro, non come ipotesi fanta-futurologica, bensì come prospettiva dei percorsi emotivi su cui ci troveremo a camminare. Una pittura dunque di suggestione straordinaria e di rilevante potenzialità formativa.
Domenico Cerroni Cadoresi
Opera su un'interpretazione allucinatoria del paesaggio. La sua intenzione è quella di occultarlo; di non consentirgli di definirsi, al fine di non trovarsi di fronte ad omologazioni di tipo naturalistico. Il rischio è quello di cedere all'astrazione, che tuttavia non riesce a prevaricare il campo della narrazione, Il quale rimane come sotterraneo; quasi che il racconto venisse sussurrato sotto una superficie liquida, determinando proprio per questo una forte equivocità, anche di tipo temporale. E infatti la pittura di Vranich ci conduce sul terreno di una qualche memoria immaginativa che non esclude la tensione verso il futuro.
Domenico Cerroni Cadoresi
L'EVIDENZA ICONICA DEI DISEGNI DI CARMELO VRANICH
La grafica di Carmelo Vranich presenta l'evidenza iconica e la flagranza di una realtà fermata e colta sul fatto che gli deriva dalla consuetudine con la fotografia. Ma tale realtà è poi smontata e rimontata con l'arbitrarietà conseguente dell'esperienza onirica e finisce per collocarsi piuttosto nell'ambito del Surrealismo. Le cose, i personaggi e gli eventi si collocano all'interno di sfogate e, talora, fuorvianti ambientazioni prospettiche Metafisiche. Ma l'aria che circola in questi teatri del sogno e della memoria, non è quella algida e rabbrividente della Metafisica e del Surrealismo più tipici, bensì vi è sospeso come un confidente ed affabile pulviscolo chiaroscurale, che trasferisce Metafisica e Surrealismo dal sogno rabbrividante a quello di un mistero più quietamente fermentato. Il senso del mistero si produce già a livello della contrapposizione tra i ritmi compositivi di ambientazione classica come templi e simili e il fermentare di un charoscuro luministico ed avvolgente. In più in un contesto simile fà irruzione una situazione, se non sempre drammatica, almeno disordinata, rivestita dei panni del mito raccontato o alluso. Tale duplice frattura tra generale e particolare e tra spazio ed evento produce una sensazione di disagio e di estraneità, che invece di mutarsi in un brivido inquietante diventa quasi la soglia segreta attraverso la quale si addice al mondo della fantasia, con la sua capacità creativa e la sua potenza liberatoria, quasi come una sorta di salutare sferzata metabolica alla nostra capacità di ricezione, impigrita dalla banalità delle comunicazioni di massa, cui quotidianamente siammo costretti. E la Fantasia, in questo caso, è ricreativa, liberatoria e finalmente terapeutica.
Trieste, 21 aprile 1989 (Natali di Roma)
Sergio Molesi dpdf
THE METAPHYSICAL DRAWINGS OF CARMELO VRANICH
What is understood etymologically by the adjective "metaphysical", or in other words, that which lies beyond the physical world or the aspect of reality which human beings have structured within the dimensions of "time" and "space", is particularly suited to the inreasingly intricate and suggestive drawings of Carmelo Vranich. In a broad sense, the metaphysical vision tends to confront a world which is called "real" with an "ideal" world, different and spiritually more real then the "real" world which seems to be ineluctably destined to decay on the level of a purely material, transitory, unstable and relative reality. But there exists another meaning of the world "metaphysical", especially when it is used in its adjective from. It then applies to a situation in which an entire series of elements which are progressively being structured into systems endowed with a new meaning, emerges from within the "real" and often acquires an extraordinary charge of poetical values. This is exactly the case with Carmelo Vranich's drawings with their proliferation of events which are never fortuitousbut are always woven into a subtle network of connections which depict the "Multiple Absolute" which is so characteristic of existential metaphysics. This being said, the drawings of Vranich should never be mistaken for an expression of a surrealistic nature; the latter is indeed to be understood as a preconceived visualization in the artist's mind to which the complete expression necessarily adapts itself in a creative fashion. Whereas in Vranich's work, creativity is inherent to the very language which lends itself to successive fields of tension, thereby revealing the unstable and fertile metaphysical dimension of the real world. A kind of "orphic ritualism" can be found in Vranich's drawings; a journey punctuated by symbols which are not metaphorical but self-contained and are to be taken as they are; a kind of magical and Olympic dream-world, born out of a sacred Mediterranean dream mixed with a nordic uneasiness caused by any rationally experienced "risk". Vranich's drawings refer to nothing but themselves while they avoid to remain passively in reality; they create their own objective code, which neverthelss is not arbitrarily invented because it investigates the inner layers of reality and succeeds in discovering its metaphysical dimension. The interpretation of Vranich's drawings should thus be heedful and serene without being interpretative, for that would alter their fascination which should be enjoyed in an instinctive fashion and supported by a total and willing involvement.
Domenico Cerroni Cadoresi
CARMELO VRANICH - DIE TUSCHEZEICHNUNGEN
Die tuschezeíchnungen von Carmelo Vranich sind ein wichtiger Teil seiner künstlerischen Arbeit. Er mischt in seinen Zeichnungen verschiedene Realitätsebenen, die er - in bester italienischer Manier - mit Spuren aus der klassichen Welt durchsetzt. Wesentlich sind aber seine Raumkonzeptionen, die mit einem empirisch meßbaren Raum nichts mehr zu tun haben. Die dritte Dimension kann abrupt in die zweidimensionale Fläche umschlagen und umgekehrt. Dabei entsteht ein verwirrendes und schwer durchschaubares Fläche - Raum - Kontinuum, in das einzelne Bildpartien als Fotografien oder fotografierte Zeichnungen eingebaut werden. Es gibt einige Serien von Arbeiten, in denen Vranich ein Thema (Aquiläa, alte Ziegelei in Jockgrim) zuerst fotografiert, dieses Foto auf Papier montiert und mit einer Zeichnung ergänzt.
Dieses Blatt fotografiert er wieder, baut das Foto in die nächste Arbeit ein und ergänzt diese wieder durch neue Details. Dieser Vorgang wird mehrmals wiederholt, wobei die Zeichnung in der Perspektive von der Fotografie abweicht.
Hier versucht Vranich in der seriellen Abwandlung ein und desselben Themas, durch Akzentuierung gewisser Details, durch auslöschen der vemunftgewolmten Perspektive die ganze Vielschichtigkeit der Realität auszuloten. Wobei klare Konturen zwischen den einzelnen Objekten die Zeichnung kennzeichnen. So veranschaulicht er einerseits die Schönheit der alten Industriearchitektur oder der archäologischen Reste einer vergangenen Kultur, auf der anderen Seite zeigt er in Zerfall begriffene künstlerische Schönheit. Es entsteht sozusagen eine raumphantastische Konstruktion, in der die Pflanzenwelt, wenn sie vorkommt, magisch verrätselt und der Mensch nur durch seine Zeugnisse vorhanden ist.
Allen Arbeiten ist der traurige Zug beigemischt, der Vergängliches, Zerbröckelndes und Nichtwiedergutzumachendes signalisiert.
Hugo Wulz
VRANICH EST UN PEINTRE SYMBOLISTE DE TRÈS GRAND TEMPERAMENT
Les symboles sont au centre, au coeur de notre vie imaginative. Ils ré vèlent les secrets de l'inconscient, conduisent aux ressorts les plus cachés de l'action, ouvrent l'esprit sur l'inconnu et l'infini.
A longueur de jour et de nuit, dans notre langage, nos gestes ou nos rêves, que nous nous en apercevions ou non, chacun de nous utilise les symboles. C'est trop peu de dire que nous vivons dans un monde de symboles: Un monde de symboles vit en nous.
Un symbole échappe à toute définition, il est de sa nature de briser les cadres établis et de réunir les extrêmes dans une même vision. Il ressemble à la flèche qui vole et qui ne vole pas, immobile et fugitive, é vidente et insaisissable. Le symbole se livre et s'enfuit, à mesure qu'il s'é claire il se dissimule. Les symboles révèlent en voüant et voüent en révélant.
Le spectateur imaginatif qui dé couvre l'oeuvre de Vranich trouvera dans cette exposition des stimulations, suivant son goût et son penchant, il suivra telle ligne d'interprêtation ou bien en imaginera une autre, car la perception du symbole est éninemment personelle, non seulement en ce sens qu'elle varie avec chaque sujet, mais en ce sens qu'elle procède de la personne toute entière.
Le peintre Vranich a cette qualité exceptionnelle de savoir synthétiser dans son oeuvre toutes les influences de l'inconscient et de la conscience, en conflit ou en voie de s'hanr1oniser à l'intérieur de chaque homme.
Cette exposition des oeuvres de Vranich peut servir de fil d'Ariane au spectateur, ce qui le guidera dans les détours ténébreux du labyrinthe.
Qu'elle puisse aussi l'inciter à rèflé chir et à rêver sur les symboles, comme Gaston Bachelard invitait à rêver sur les rêves et à découvrir dans les constellations imaginaires de Vranich, le désir, la crainte, la spiritualité qui donnent à la vie son sens secret.
Marc Torrijos